venerdì 15 giugno 2012

Facebook vuole gli under 13

Facebook intende regolarizzare la presenza degli under 13 sul sito. Il modello potrebbe essere una sorta di parental control per garantirne la protezione.
Faceboook è popolato da milioni di bambini che, mentendo sull’età, si iscrivono al social network, spesso con l’approvazione di genitori che addirittura li aiutano a creare un account tutto per loro. Una situazione che un anno fa convinse Mark Zuckerberg ad affrontare il problema con qualcosa di meno tedioso – e soprattutto inutile – della cancellazione degli account illeciti, bensì immaginando di convincere le autorità che era molto meglio formalizzarne la presenza per poterli tutelare meglio. Ora il momento delle decisioni sembra arrivato, anche sulla base di una Commissione Europea che può facilmente fare da sostegno a questo tipo di approccio.
È il Wall Street Journal a spiegare che gli ingegneri di Palo Alto stanno lavorando a un sistema di accesso parallelo al sito che comporti l’adesione sia del minore che del genitore, al quale viene demandato il veto sulle amicizie e l’uso delle applicazioni. Una sorta di parental control applicato al social network col quale Facebook vuole aggirare il Privacy Protection Act sugli under 13 – un protocollo di legge molto dispendioso, utilizzato per intenderci dai siti della Disney – e inventarne uno proprio che rispetti le leggi federali e protegga i bambini da possibili intrusioni.
Qui però sorgono le prime perplessità. Il social di Menlo Park vuole, da un lato, gli under 13, ma dall’altro mostra con il referendum consultivo di questi giorni di avere la chiara intenzione di ampliare il proprio arbitrio sui dati personali dei suoi utenti: due iniziative parallele, per molti versi incompatibili pur se formalmente distinte. Due tensioni opposte, che giustificano alcuni commenti dei blog americani – molto sensibili sul tema dei minori sul web – anche per l’immane problema del bullismo – che non vedono di buon’occhio questa operazione, troppo simile per certi aspetti alle campagne pubblicitarie degli anni ’60 e ’70 che portarono le multinazionali del tabacco e della nutrizione a conquistare i bambini per farne loro futuri e fedeli clienti.
L’aggancio degli under 13 è senza dubbio una comprensibile azione di regolamentazione e di tutela, ma può nascondere anche una strategia commerciale molto spregiudicata. Il processo alle intenzioni, quindi, non potrà che affiancare l’analisi dei passi di Zuckerberg in questa direzione.
Tecnico Informatico Verona

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