lunedì 30 luglio 2012

Istituto Luce, ora anche su YouTube

L'archivio dell'Istituto Luce rivive anche su YouTube: oltre 30.000 filmati che hanno fatto la storia della televisione italiana a disposizione. Gratis.
 
A tre anni dal debutto online, l’archivio storico di Istituto Luce sbarca su YouTube. Google Italia è infatti lieta di annunciare una partnership con Istituto Luce Cinecittà che permetterà agli utenti di guardare nel famoso portale video oltre 30.000 clip provenienti dall’archivio di quella che è a tutti gli effetti la storia della televisione italiana. Tra i filmati, sarà possibile trovare i cinegiornali proiettati nei cinema italiani in 40 anni, che riprendono anche star come Sophia Loren e Gina Lollobrigida.
Oltre agli storici Cinegiornali Luce (1927-1945) e Settimana Incom (1946-1964) saranno disponibili anche materiali provenienti da altri archivi digitalizzati e perfettamente conservati. Tale è il valore storico di questi video che la Commissione Italiana Unescoha recentemente nominato il Fondo dei cinegiornali Luce come candidato per l’inserimento nel registro Unesco “Memoria del Mondo”.
L'archivio storico dell'Istituto Luce arriva su YouTube: la storia italiana a disposizione con un solo click.
Si tratta insomma di un canale YouTube tutto dedicato all’Istituto, che utilizza la tecnologia di ContentID, un sistema che permette di tutelare il copyright su YouTube assicurando inoltre alla fonte introiti aggiuntivi basati sulla condivisione delle entrate da pubblicità correlate ai filmati visionati dall’utenza.
Nonostante l’inestimabile valore dell’opera, Istituto Luce Cinecittà ha scelto il portale video di Google proprio per dare la chance ad appassionati e semplici curiosi di usufruire dei contenuti in maniera totalmente gratuita. I guadagni saranno ricavati infatti esclusivamente dagli annunci pubblicitari inseriti all’interno dei filmati. Google Italia commenta così la novità, con comprensibile entusiasmo, sul proprio blog ufficiale:
Il nostro progetto con Istituto Luce Cinecittà è uno dei primi che consente di riportare in vita un archivio video così vasto, ora accessibile in tutto il mondo. Invece di temere la rete, uno dei grandi portavoce della cultura italiana ha deciso di approfittare di questa opportunità per preservare l’eredità storica costituita dal proprio archivio e generare ricavi.
Il colosso di Mountain View ha sempre dimostrato nel corso degli anni di voler dare la giusta visibilità a elementi di importanza storica, come è stato fatto con World Wonders, che permette di visitare online musei da ogni parte del mondo, o le partnership strette con importanti punti di cultura nostrani nell’ambito dell’Art Project. L’istituto Luce porta la storia dell’Italia in bianco e nero su YouTube, mettendola a disposizione di chiunque cerchi all’interno del canale testimonianze dei tempi in cui l’Istituto era la fonte prima ed unica dell’informazione nel nostro paese.
Ma il significato della partnership è tutta nelle parole di Rodrigo Cipriani Foresio, Presidente dell’attuale Istituto Luce-Cinecittà, il quale focalizza l’iniziativa attorno al concetto di innovazione in quanto elemento decisivo per liberare la conoscenza per sublimarla in cultura:
Non credo di esagerare dicendo che è una svolta storica tecnologica e culturale: la memoria storica italiana, e degli altri paesi, a disposizione di tutti sul canale video online più diffuso al mondo. Avremo quindi la possibilità di far conoscere a livello internazionale la storia d’Italia e del suo cinema, valorizzando il patrimonio dell’Archivio Luce Cinecittà insieme a Google, che ci ha accolto con grande entusiasmo.
Credo che questo sia un bell’esempio di come si possa rendere la cultura davvero accessibile a tutti, soprattutto ai giovani. Bisogna essere intelligenti e aperti alla modernità trovando le formule giuste per adempiere alla nostra missione istituzionale: promuovere la storia e il cinema italiano. Spero che questa iniziativa possa essere un modello per il mondo dell’archivistica e per una migliore fruizione del patrimonio culturale italiano. L’istituzione deve essere un aggregatore di energie e un facilitatore all’innovazione
 
Tecnico Informatico Verona

lunedì 23 luglio 2012

Samsung porta le Smart TV su Windows Azure

Windows Azure di Microsoft sarà la piattaforma cloud utilizzata da Samsung per l'infrastruttura delle Smart TV.
Samsung ha annunciato la decisione di adottare Windows Azure per la gestione dell’infrastruttura Smart TV. Il gigante coreano ha scelto la piattaforma cloud di Microsoft per ottenere una riduzione dei costi, un aumento della produttività e una migliore capacità di soddisfare il crescente numero di utenti che utilizzano le nuove TV collegate ad Internet.
Attualmente Samsung offre il servizio Smart TV in 120 paesi nel mondo e ha già pianificato un incremento della presenza in altre nazioni. Come sottolinea Microsoft, il produttore asiatico aveva bisogno di una soluzione che potesse supportare l’aumento del traffico e garantire allo stesso tempo un servizio affidabile. Inoltre, non voleva dipendere da fornitori specifici. Dopo aver testato diversi prodotti, l’azienda ha scelto Windows Azure come infrastruttura per le Smart TV, in quanto offriva l’affidabilità necessaria per soddisfare le proprie necessità mission-critical e l’espansione pianificata del servizio.
Rispetto all’espansione del servizio in-house, Windows Azure permetterà di ottenere una riduzione dei costi pari a dieci volte. Inoltre, la piattaforma cloud di Microsoft garantirà la sicurezza dei server, offrirà in poco tempo le necessarie risorse di storage e non obbligherà Samsung ad occuparsi della manutenzione, dando quindi il tempo di concentrarsi sulla fornitura di software di alta qualità e servizi ai propri clienti.
Un dirigente della divisione Visual Display Business di Samsung ha dichiarato:
Dopo aver eseguito test intensivi, Windows Azure è risultata l’unica piattaforma cloud in grado di soddisfare le nostre rigide condizioni.
Avere come cliente il primo produttore al mondo di TV LCD rappresenta senza dubbio un’importante vittoria per Microsoft, poiché l’offerta cloud di Redmond nasce con questa finalità e nutrire il portfolio clienti con esperienze di questo tipo implica ricadute future sulla credibilità, l’affidabilità e l’immagine dell’intera offerta.

lunedì 16 luglio 2012

comScore: cosa fanno le donne online

A maggio 2011, le donne europee che hanno effettuato un accesso al Web sono aumentate: navigano soprattutto tra i negozi online.
Nel mese di maggio 2012 comScore ha notato un incremento dell’accesso online tra i cittadini dell’Unione europea, i quali hanno navigato sul Web per una media di 27.6 ore cadauno. Attraverso la rilevazione dei dati relativi a 18 diversi mercati europei, è stato possibile comprendere come siano stati 395.700 i cittadini che hanno fruito della Rete, e sono stati anche messi in luce i siti Web che hanno visto un notevole traffico proveniente dalle donne.
È stato Tumblr ad avere il maggior numero di donne rispetto agli altri differenti siti Web, le quali hanno rappresentato nel mese di maggio il 69% del tempo totale trascorso sulla nota piattaforma. Al secondo posto figura invece il negozio tedesco Otto Gruppe (68.8%), mentre al terzo si trova Groupon, con il 61.7% di traffico in rosa.
In Europa vi sono ben 191.5 i milioni di donne dai 15 anni in su che hanno navigato sugli store online nel mese di maggio 2012, dato che rappresenta il 48.4% dell’intera audience, ovvero un pubblico in crescita e che si dimostra sempre più interessato ai servizi di vendita al dettaglio messi a disposizione sul Web. Sono le donne russe a mostrare il più chiaro interesse verso la Rete, con oltre 57 milioni di utenti attivi, seguito da quelle tedesche (51.714), francesi (43.212), britanniche (37.640) e italiane (28.564). Chiudono la classifica invece le finlandesi, le norvegesi e le irlandesi, territori nei quali la fruizione del Web è ancora cosa prevalentemente maschile.

lunedì 9 luglio 2012

eCall su tutte le auto europee a partire dal 2015

L'europarlamento vuole rendere obbligatorio l'eCall su tutte le auto entro il 2015: il sistema chiama i numeri di emergenza in caso di incidente grave.
Una risoluzione del Parlamento Europeo vuole che entro il 2015 tutte le automobili siano equipaggiate dall’eCall, un sistema di chiamata automatica di emergenza in caso di grave incidente stradale. Per alzata di mano e all’unanimità, i deputati hanno invitato la Commissione ad elaborare un piano per obbligare gli stati, dato che soltanto lo 0,4% dei veicoli circolanti dispone di questo strumento su base volontaria (e trattasi spesso auto di lusso).
Il sistema si basa su una tecnologia affidabile, dai costi ormai affrontabili: il dispositivo è una sorta di GPS che raccoglie i dati degli strumenti di sicurezza dell’auto (airbag, centralina) e le coordinate del luogo dell’incidente, le spedisce al numero di emergenza 112 che elabora i dati e manda un’ambulanza con paramedici già attrezzati per affrontare le conseguenze ipotizzabili dell’incidente.
La ragione di questo miglioramento è che si interverrebbe nella cosiddetta golden hour, il lasso di tempo più prezioso dal momento dell’incidente nella quale si hanno le maggiori probabilità di salvare una vita. Secondo alcune stime, l’eCall potrebbe accelerare i tempi di risposta di emergenza del 40% nelle aree urbane e del 50% nelle zone rurali.
Come funziona l'eCall
Come funziona l’eCall: i dati vengono trasmessi al satellite, intercettati ed elaborati dalla struttura d’emergenza che spedisce l’ambulanza
Il punto di vista europeo è che il dispositivo dovrebbe essere installato gratuitamente su tutte le automobili entro il 2015, a prescindere dal modello del veicolo. Sarebbe insomma come la marmitta catalitica negli anni ’90: standard nelle nuove immatricolazioni e con obbligo di adeguamento per tutti gli altri. La sicurezza con la quale i deputati hanno espresso questa risoluzione dipende dalle norme comunitarie, che al riguardo sono già state concordate su tutti gli aspetti compresa la privacy: l’eCall non potrà ovviamente essere utilizzato per monitorare i movimenti di una persona o determinare la sua posizione, con l’eccezione che tale persona sia stata, appunto, coinvolta in un incidente.
C’è ancora del lavoro da fare: operatori telefonici, strutture di emergenza dovranno prepararsi, e i produttori trovare un accordo con gli stati e le fabbriche di auto. Ma poter salvare tante vite umane facendo leva sulle virtù della tecnologia e dell’innovazione è un’ottima ragione per non perdere altro tempo.
Tecnico Informatico Verona

venerdì 6 luglio 2012

Ikea presenta la smart tv Uppleva

Ikea ha tolto i veli su Uppleva, la smart tv che entro l'estate esordirà anche in Italia: sarà disponibile nei modelli da 24,32 e 46 pollici.
Gli obiettivi e la natura dell’offerta sono noti ormai da tempo: Ikea vuole entrare nel mondo delle smart tv approfittando di due caratteristiche che potrebbero spianare la strada alla conquista di una nicchia (ben conosciuta) di mercato. I due ingredienti sono quello del bundle, con un’offerta pensata appositamente per ottimizzare l’utilizzo degli spazi nell’ambiente casalingo, e quello del low cost, che consentirebbe di approfittare degli alti costi d’acquisto di tutto quel che concerne la messa in opera di una esperienza “home cinema” di valore.
Uppleva, la tv proposta al mercato da Ikea, non sfugge alla regola che accomuna tutti i prodotti del gruppo: è l'acquirente a montare da sé il mobiletto.
Uppleva è tutto ciò: una televisione di interessanti qualità, un mobiletto di sostegno, casse integrate per una esperienza audio superiore. E poi c’è la connettività: una volta connessa al Web, Uppleva è in grado di offrire una esperienza di fruizione arricchita da applicazioni quali YouTube, Vimeo ed altre ancora. Una chiave USB venduta a parte (8GB) consentirà inoltre la registrazione dei programmi proiettati sul display, cosa che consentirà di fruirne in differita o di registrare programmi per una visione al di fuori dell’orario da palinsesto. La chiave sembra essere del tutto tradizionale (al momento non emergono in tal senso limitazioni specifiche), il che potrebbe pertanto consentire anche la scelta di supporti con capacità superiori.
Uppleva è disponibile sullo store svedese del gruppo, ma presto potrebbe fare capolino anche sulle pagine italiane del sito: Ikea ha preannunciato la disponibilità della smart tv anche nel nostro paese, con esordio previsto entro la stagione estiva. I prezzi non sono ancora stati ufficializzati, ma per un modello di media capacità potrebbero essere necessari circa 1000 euro (i modelli si distingueranno per la dimensione dello schermo: 24, 32 e 46 pollici). Il display è strutturato su tecnologia LED con definizione Full HD 1080p.
Le prime recensioni non sembrano offrire al prodotto particolare credito, ma ignorano la qualità generale di un bundle all-inclusive, la forza del marchio Ikea ed il potere che un prezzo accessibile ed onnicomprensivo può sprigionare. La Uppleva non può essere scartata a priori, insomma: la Smart Tv non sarà probabilmente dotata del miglior software sul mercato, ma allo stesso tempo il mercato non è fatto solo di feticisti del digitale (vizio di cui chi scrive e chi legge questo articolo probabilmente ne è affetto) ed il mobiletto potrebbe pertanto scavarsi rapidamente una cospicua nicchia di mercato.
Ed il progetto merita quantomeno una attenta analisi ravvicinata. Senza pregiudizi.

giovedì 5 luglio 2012

Apple e Samsung dominano il mercato

I dati ABI Resarch confermano il trend mondiale per il mercato smartphone: dominano Apple e Samsung, in grave difficoltà Nokia e RIM.
Apple e Samsung dominano il mercato mondiale di smartphone con il 55% di share. Sono gli ultimi dati pubblicati da ABI Research e relativi al primo trimestre del 2012. Nonostante il settore sia cresciuto del 41% su base annuale raggiungendo l’importante cifra di 144.6 milioni di dispositivi venduti, sono soltanto due i colossi che riescono a ottenere reali vantaggi da questa situazione, lasciando le briciole a tutti gli altri.
Più della metà degli smartphone venduti da gennaio a marzo 2012 sono infatti targati Apple o Samsung: le due case ottengono peraltro il 90% dei profitti complessivi generati da questo mercato. Ci si chiede se un terzo incomodo potrebbe tentar di riuscire a rompere questo simil-duopolio: secondo la ditta specializzata in ricerche di mercato su ramo tecnologico è un ruolo che potrà prendere Nokia, grazie alla crescita del 5000% dei terminali Windows Phone stimata per quest’anno.
Per quanto concerne invece i confronti con l’ultimo trimestre dello scorso anno, solo Samsung e Sony hanno registrato una crescita. Grave il crollo di Nokia, che scende addirittura del 40% e si avvicina alle basse quote di RIM, che sta pagando il calo di popolarità del brand BlackBerry con una flessione del 20%. Il colosso finlandese dal canto suo potrà contare, come noto, sulla medicina Windows Phone/Lumia. Alle spalle di Samsung c’è invece la solita Apple dall’alto dei suoi 35 milioni di dispositivi venduti.
  1. Samsung 43 milioni
  2. Apple 35 milioni
  3. Nokia 11.9 milioni
  4. RIM 11.1 milioni
  5. Sony 7 milioni
  6. Huawei 6.8 milioni
  7. ZTE 4.9 milioni

Tecnico Informatico Verona

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mercoledì 4 luglio 2012

iPhone, cambiare lenti per cambiare la fotografia

Apple brevetta un meccanismo per la sostituzione delle lenti sull'iPhone così da migliorare la qualità degli scatti fotografici.
Una cosa sembra ormai accertata: il futuro del mercato mobile passa anche e soprattutto dalla fotografia. Lo confermano una lunga serie di indizi e lo conferma anche un nuovo brevetto depositato da Apple con il quale si descrive un particolare meccanismo che sembra trasformare una volta di più lo smartphone in una fotocamera.
Difficilmente l’idea descritta dal brevetto potrà essere vista già sull’iPhone 5, ma il percorso è segnato e presto o tardi anche la componentistica hardware dovrà dare una mano all’evoluzione software nel settore.
Il brevetto, nella fattispecie, descrive una tecnologia che prevede la rimozione del pannello posteriore di uno smartphone così da poter rimuovere e sostituire la lente in dotazione. Le soluzioni praticabili potrebbero essere molte: un pannello invertibile per avere sempre a disposizione 2 lenti differenti, pannelli di ricambio per avere più opzioni a disposizione, flash stroboscopico opzionale per cambiare la resa dell’illuminazione, eccetera.
Oggi l’iPhone è lo strumento più utilizzato nei processi di condivisione delle immagini sui principali social network: così è su Facebook, così è su Twitter, così è su Flickr. Lo smartphone si sta pertanto imponendo come fondamentale strumento per la fotografia poiché, pur a fronte di un necessario compromesso in termini qualitativi, risponde alla necessità di effettuare fotografie sempre e comunque tramite un dispositivo che per sua natura si ha sempre a disposizione.
Non a caso Facebook ha acquistato Instagram. Non a caso Nokia sta sperimentando la tecnologia PureView ed ha acquisito negli ultimi giorni la Scalado. Non a caso Apple registra brevetti per l’imaging ed inizia probabilmente ad ipotizzare nuove soluzioni per l’iPhone.
Brevetto Apple per la sostituzione della lente sull'iPhone
Brevetto Apple per la sostituzione della lente sull'iPhone
La lente è un elemento fondamentale in questa direzione, poiché è responsabile prima della cattura dell’immagine ed agisce ad un livello precedente e superiore rispetto al software. Per questo motivo un intervento sulla meccanica dello smartphone potrebbe essere fondamentale per donare all’iPhone caratteristiche e potenzialità altrimenti non ricavabili da semplice sviluppo software. Non è detto che il brevetto descriva compiutamente quel che Apple andrà effettivamente a realizzare, ma delinea quantomeno un indirizzo: il mondo della fotografia sta cambiando sotto l’impulso degli smartphone ed i produttori hanno pertanto avvertito con sempre maggior forza l’importanza di investire in questa direzione per attrarre la curiosità degli utenti.

Tecnico Informatico Verona

martedì 3 luglio 2012

Samsung TecTiles, gli adesivi con tecnologia NFC

Samsung lancia TecTiles, adesivi che incorporano la tecnologia NFC e che gli utenti potranno programmare per eseguire azioni rapide sul proprio smartphone.
Samsung spinge sulla tecnologia NFC (Near Field Communication) presentando dei particolari adesivi che, in un solo centimetro quadrato, sembrano avere un enorme potenziale: sono denominati Samsung TecTiles e sono autentici sticker che incorporano l’NFC, la quale permette una comunicazione diretta tra due device.
I Samsung TecTiles sono piccoli tag adesivi programmabili che, grazie alla tecnologia NFC, possono eseguire azioni sui device compatibili.
I Samsung TecTiles offrono all’utente la possibilità di programmarli in base a ogni esigenza e in maniera del tutto semplice: secondo quanto dichiarato dal produttore sudcoreano, posizionando il telefono sopra a uno di questi adesivi sarà possibile metterlo ad esempio in modalità silenziosa, oppure avviare l’assistente vocale S Voice nel caso del Samsung Galaxy S III, o ancora postare un aggiornamento di stato su Facebook, aprire un percorso su una mappa, agganciarsi a una rete Wi-Fi, lanciare una chiamata o un messaggio di testo. Inoltre, si potrà anche effettuare un check-in mediante Foursquare o far partire una determinata applicazione previa conferma da parte dell’utente.
Ogni adesivo è facilmente riprogrammabile e Samsung ha spiegato che in futuro rilascerà gradualmente nuovi aggiornamenti atti ad aggiungere nuove azioni programmabili e un maggiore supporto agli altri smartphone proprietari. Per utilizzarli, basterà comunque scaricare l’applicazione dedicata e iniziare a navigare tra le impostazioni per scegliere le modalità d’uso preferite. Le possibilità di utilizzo sono ovviamente variegate, peraltro adattabili tanto ad un ambito casalingo quanto ad azioni di marketing o a contesti business.
I Samsung TecTiles sono già disponibili nel mercato statunitense e all’interno di ogni pack, che è acquistabile con un esborso economico di 14,99 dollari, ve ne sono cinque unità. Dal 21 giugno saranno comunque inclusi nei kit degli smartphone Samsung di nuova generazione. Attualmente, i dispositivi supportati sono Samsung Galaxy S III, Samsung Galaxy S II, Galaxy Nexus, Nexus S 4G e Samsung Galaxy S Blaze 4G.

Tecnico Informatico Verona

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lunedì 2 luglio 2012

Facebook ha acquistato Face.com

Facebook ha acquisito Face.com, sviluppatore di un software di riconoscimento facciale: la notizia è stata confermata ufficialmente da entrambe le parti.
La notizia era nell’aria già da qualche tempo ed è ora stata confermata ufficialmente da un portavoce dell’azienda: Facebook ha acquisito Face.com, responsabile dello sviluppo di un software per il riconoscimento facciale e partner del social network già da qualche anno. I dettagli circa l’accordo economico tra le due parti non sono stati resi noti, ma AllThingsD parla di un’acquisizione avvenuta per una somma pari a circa 60 milioni, pagati da Facebook con contanti e azioni.
«Le persone che usano Facebook amano condividere foto e ricordi con i loro amici. La tecnologia di Face.com ha aiutato a fornire la miglior esperienza fotografica possibile. Questa transazione porta ci porta in casa un team di prim’ordine». Queste le parole del portavoce di Facebook nel confermare una delle indiscrezioni più quotate delle scorse settimane.
Con Face.com, Facebook mette a segno un’altra importante acquisizione: dopo Gowalla, Instagram e Glancee, la piattaforma sviluppata da Face.com sarà utile al team di Mark Zuckerberg per migliorare ulteriormente il social network in blu, soprattutto sul fronte mobile, ossia il lato indicato dall’azienda stessa come il punto debole della propria intera struttura. Risulta possibile, a questo punto, che Facebook decida infatti di implementare la tecnologia di riconoscimento facciale in Camera, ovvero la recente applicazione per iPhone, ma anche nell’applicazione generica del canale sociale.
Nelle ore immediatamente successive alla conferma dell’acquisizione da parte di Facebook, anche Face.com ha rilanciato la notizia con un aggiornamento condiviso sul proprio blog ufficiale, dove il team spiega che grazie a Facebook avrà ora una «maggiore possibilità di realizzare prodotti sorprendenti che i consumatori utilizzeranno». Al contempo, Face.com ha desiderato tranquillizzare tutti gli sviluppatori che hanno utilizzato finora la tecnologia proprietaria, spiegando che il piano è quello di continuare a sostenere la community tramite le API già a disposizione.

Tecnico Informatico Verona

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