giovedì 31 maggio 2012

Qual è il telefono migliore? Chiedilo a Siri…

Se si chiede a Siri quale sa il miglior telefono di sempre, l'assistente vocale dell'iPhone 4S non sembra avere dubbi: il Nokia Lumia 900.
Qual è il miglior telefono di tutti i tempi? Se la domanda viene rivolta a Siri, l’assistente vocale presente sul nuovo iPhone 4S, la risposta è molto meno scontata di quanto non si potrebbe immaginare. E la dimostrazione è nel seguente screenshot:
Qual è il miglior telefono, Siri?
Qual è il miglior telefono, Siri?
Eccolo, quindi, il miglior telefono di tutti i tempi: il Nokia Lumia 900. Un Windows Phone. Parola di Siri, parola di iPhone 4S.
Una situazione sicuramente simpatica, testimoniata dalla nostra immagine e scoperta originariamente dalla redazione WMobilePowerUser. L’analisi non va però imputata direttamente ad Apple, né all’intelligenza artificiale di Siri, ma bensì alle computazioni del motore Wolfram Alpha. Rivolgendo infatti la medesima domanda al motore, la risposta è la medesima e risulta basata sulla media voto degli utenti raccolta dalle review indicizzate.
Wolfram Alpha aggiunge due dettagli ulteriori: il miglior Lumia 900 è color “Cyan” e sotto operatore AT&T. Ed è questa una risposta ovvia, poiché trattasi del primo modello giunto agli utenti prima dell’estensione dei colori (avvenuta negli ultimi giorni) e dell’apertura a nuovi operatori (è di ieri l’esordio nel Regno Unito con Orange, O2 e Vodafone).
In attesa dell’Italia, ove al momento è soltanto in prenotazione, ma dove l’esordio potrebbe avvenire ormai in tempi brevi.
Tecnico Informatico Verona

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mercoledì 30 maggio 2012

Microsoft svela il nuovo Bing

Microsoft ha annunciato una serie di cambiamenti per Bing: una nuova interfaccia sarà distribuita presto agli utenti, più pulita e più veloce.
Dopo tre anni di vita, Bing è pronto a ricevere un nuovo importante update che ne riorganizza sensibilmente l’interfaccia grafica per venire maggiormente incontro alle esigenze degli utenti. L’annuncio ufficiale giunge direttamente da Microsoft, che ufficializza la disponibilità della nuova edizione del proprio motore di ricerca a partire dalle prossime settimane, con l’utenza statunitense che sarà interamente coperta entro la fine del mese di giugno. Diverse le novità studiate dagli addetti di Redmond per offrire un servizio migliore di quello garantito fino ad oggi.
La prima novità è subito visibile effettuando una ricerca: l’impostazione della pagina prevede infatti un layout a tre colonne, di cui la prima è occupata dai risultati offerti dal motore, mentre le altre due hanno finalità differenti. La colonna centrale offre infatti una serie di informazioni aggiuntive di vario genere, come ad esempio il voto complessivo degli utenti, alcune foto e la posizione sulla mappa di un hotel, mentre quella laterale destra permette di interagire con i propri amici mediante Facebook, ricevere suggerimenti su quanto cercato oppure affidarsi al parere di altre persone esperte in materia oppure che in qualche modo sono legate al tema della ricerca effettuata (nel caso degli hotel, vengono mostrate le recensioni più significative).
Le tre aree della nuova interfaccia, spiegano da Redmond, hanno l’obiettivo di offrire agli utenti la possibilità di compiere più velocemente le operazioni che desiderano, mostrando non solo i classici dieci link blu dei risultati, ma una serie di informazioni aggiuntive di vario genere in grado di adattarsi alle più svariate esigenze. A tale scopo si registrano inoltre una serie di miglioramenti al cuore del motore di ricerca, i quali consentono di ricevere risultati maggiormente pertinenti con quanto cercato ma soprattutto di far emergere quelle che sono le pagine più rilevanti, distinguendo tra i risultati legati ai social network dai tradizionali siti Web.
La nuova interfaccia grafica di Bing
La nuova interfaccia grafica di Bing
Non mancano poi le innovazioni dal punto di vista della velocità con la quale verranno restituiti i risultati, mettendo dunque a disposizione degli utenti un Bing sensibilmente più rapido per velocizzare le operazioni di ricerca. Tutte le novità sono quindi incentrate sulla realizzazione di un motore in grado di restituire agli utenti finali quanto da essi desiderato nel più breve tempo possibile, sia velocizzando l’analisi delle query che mostrando dettagli aggiuntivi nella colonna centrale, aggiungendo inoltre un accento social alle ricerche, con la partnership con Facebook che gioca un ruolo di primo piano nella riorganizzazione di Bing.
Il senso generale della rivoluzione dettata è il pensionamento definitivo dei “10 link blu” come paradigma base della ricerca online. Mentre la stessa Google abbandona poco alla volta il vecchio modello, Bing tenta di svecchiarne definitivamente i meccanismi puntando su un layout Facebook-friendly che affianca risultati degli algoritmi e risultati “umani” dai social network: due fonti differenti per un’unica finalità.
Basterà per recuperare terreno nei confronti di Google? Per Bing il futuro è tutto fuorché certo. Da più parti si è ipotizzata una confluenza con Facebook finalizzata ad una vera e propria cessione, ma nel frattempo gli investimenti continuano per riuscire ad imporre le funzionalità del motore anche nell’ottica di una futura maggiore integrazione sui device Windows ed in mobilità. Pulizia dell’interfaccia e velocità di risposta vanno infatti proprio in questa direzione, portando il design degli elementi verso una realtà più moderna che meglio si adatta alla molteplicità di dispositivi con cui si accede oggi alle informazioni.
Tecnico Informatico Verona

martedì 29 maggio 2012

Social network sì, ma non a tutte le ore

Una ricerca condotta da Bitly mostra come pubblicare su un social network ad un'ora piuttosto che ad un'altra abbia molta influenza sui click.
C’è modo e modo di pubblicare sui social network, soprattutto qualora si cerchi di ottenere il massimo risultato possibile: a portare avanti tale tesi è il team di Bitly, celebre servizio per l’abbreviazione di URL per la condivisione degli stessi sulle principali reti sociali del Web. Mediante un’analisi dei dati a propria disposizione, infatti, gli addetti ai lavori hanno realizzato una serie di grafici che mettono chiaramente in mostra come ogni giorno possa essere suddiviso in fasce orarie caratterizzate ciascuna da una differente affluenza, motivo per cui è possibile determinare quando e dove pubblicare uno specifico contenuto per ottenere il massimo risultato.
Per condividere un link su Twitter, ad esempio, è emerso che la fascia migliore è quella tra le 13 e le 15 EST (ovvero tra le 18 e le 20 GMT, orario di Greenwich), mentre per quanto concerne Facebook è possibile usufruire di un’ora in più per sfruttare al meglio il maggior flusso di utenti sulle pagine del social network di Zuckerberg. Chi invece è solito pubblicare news mediante Tumblr dovrà attendere le 16 EST (21 GMT) per ottenere risultati migliori in termini di click e visualizzazioni.
Il tutto, chiaramente, non rappresenta un risultato assoluto, poiché l’orario è sempre legato a doppio filo al giorno della settimana in cui si intende pubblicare: l’attività principale è infatti concentrata tra il lunedì ed il giovedì, mentre a partire dal venerdì inizia un inesorabile declino che porta ai minimi di affluenza che caratterizzano il fine settimana. Ma, come spesso accade, tale discorso va modificato a seconda del social network di riferimento, come dimostra il fatto che invece il venerdì pomeriggio sia il periodo di maggiore attività su Tumblr.
Tornando ai celeberrimi Facebook e Twitter, invece, il team di Bitly ha evidenziato come la finestra di maggiore attività vada dalle 9 alle 15 (sempre orario EST), benché le probabilità di ottenere un numero maggiore di click aumenti man mano che ci si avvicina al termine di tale intervallo. Per pubblicare sui social network, insomma, c’è modo e modo: scegliere un orario piuttosto che un altro può in certi casi rappresentare la differenza tra il successo e l’oblio, motivo per cui la ricerca condotta da Bitly rappresenta un elemento di sicuro interesse da tenere in considerazione per promuovere la propria attività mediante la sfera sociale del Web.
Tecnico Informatico Verona

lunedì 28 maggio 2012

Facebook: status in evidenza previo pagamento

Facebook sperimenta una nuova funzionalità che permetterà agli utenti di evidenziare un aggiornamento di stato, un link o una foto pagando 1,80 dollari.
Facebook continua a macinare novità in vista dell’Ipo a Wall Street: il team di Mark Zuckerberg sta silenziosamente sperimentando una nuova funzione all’interno del social network che permetterà agli utenti di evidenziare un aggiornamento di stato, sia testuale che di natura multimediale, a pagamento.
Un’occasione in più per farsi ascoltare. E un’occasione in più, per Facebook, per guadagnare.
Trattasi di una novità forse correlata alla volontà di dimostrare agli investitori la potenzialità di guadagno di Facebook prima dello sbarco in Borsa. Stuff ha avuto modo di notare in anteprima tale feature, e ha reso noto che l’esborso economico necessario a porre una maggiore importanza ad uno specifico aggiornamento di stato sarebbe di 1,80 dollari. L’utente potrà scegliere di pagare tale cifra attraverso PayPal o con carta di credito, tuttavia v’è da sottolineare che sembra non sia previsto alcuno strumento che fornisca allo stesso un modo per verificare il numero di coloro che hanno visto il post evidenziato.
Facebook post a pagamento
La nuova funzionalità a pagamento di Facebook per gli aggiornamenti di stato.
Facebook è stato contattato in merito e, attraverso Mia Garlick, manager della divisione Communications del gruppo, ha dichiarato che «stiamo continuamente testando nuove funzionalità all’interno del sito. Questo particolare test è atto semplicemente a valutare l’interesse della gente circa questo metodo di condivisione con i propri amici». Pare che l’azienda abbia scelto la Nuova Zelanda come banco di prova, piuttosto che la versione statunitense della piattaforma, ma è possibile che anche gli utenti di altri paesi vedano la funzione a breve.
Chi vorrà promuovere uno specifico messaggio, link o immagine, sia condiviso personalmente che da un proprio contatto, potrebbe pertanto presto avere a disposizione un nuovo strumento. Sarebbe questa la prima volta nella storia di Facebook in cui il sito tenta di monetizzare in una maniera simile.
Tecnico Informatico Verona

venerdì 25 maggio 2012

Subito affondato il nuovo sito della Brambilla

Michela Vittoria Brambilla ha presentato un nuovo sito per i "Turisti a 4 zampe", ma nel giro di poche ore è stato affondato dai cracker.
Che la sorte del nuovo sito di Michela Vittoria Brambilla non potesse essere tra le migliori lo si era intuito fin dalla prima ora, quando parve chiaro il fatto che le somiglianze con il precedente sito di sponsorizzazione ministeriale sarebbero state una immediata fonte di polemiche. Nel giro di poche ore, però, “Vacanze a 4 zampe” è anche stato affondato dai cracker, regalando così all’ex-ministro del Turismo una debacle completa. E mentre stiamo pubblicando queste righe, sul sito ancora risuonano pompose le trombe di “Algérie: Musiques rebelles” a firma dell’avvenuto crack.
Cercando “Vacanze a 4 zampe” su Google ci si imbatte in un primo risultato che indirizza ad un sito .com non accessibile. Il vero riferimento dovrebbe però essere il .info, presso il quale è possibile trovare il logo dei cracker, la loro firma (“Black-ID”) e quindi il player automatico sul quale risuonano note di quasi un secolo fa. Stando alla segnalazione di lorenzoc, però, l’utente sembra non perdersi comunque nulla della creazione voluta dalla Brambilla: il sito sarebbe semplicemente la fotocopia (nel design come nel logo) del precedente “Turisti a 4 zampe” sviluppato con risorse ministeriali e supportato dalla Brambilla quando in carica al ministero.
Cracker sul sito Vacanze a 4 zampe
Cracker sul sito Vacanze a 4 zampe
Il sito, presentato assieme al sottosegretario alla Salute Adelfio Elio Cardinale a conferma del rinnovato patrocinio, non può però che destare più di un dubbio:
Perchè il Ministero della Salute patrocini due siti identici (due cloni in tutto e per tutto, pure nel codice) è un piccolo mistero.
Occorre del resto ricordare come per anni la Brambilla abbia avuto diretta responsabilità sul sito Italia.it (di cui ha suo tempo presentò il nuovo logo, rivelatosi un insuccesso clamoroso), promettendo a più riprese un impegno dedicato sul progetto senza tuttavia sortire alcunché di migliore rispetto al passato durante il proprio mandato.
Turisti a 4 zampe  vs  Vacanze a 4 zampe
Turisti a 4 zampe e Vacanze a 4 zampe: loghi a confronto
Lo scopo di “Vacanze a 4 zampe” sarebbe di per sé valido: raccogliere in un unico riferimento tutte le strutture di ricettività italiane nelle quali i padroni di animali domestici abbiano la possibilità di portarseli appresso sulla base di servizi ed indicazioni forniti dalle strutture stesse. Quel che non sembra funzionare è la forma e il modo: il sito è stato “ereditato” dal ministero e ne è stato rinnovato il patrocinio in un momento in cui i tagli alle spese potrebbero tranquillamente fare a meno di finanziare progetti che dovrebbero, e potrebbero, autofinanziarsi. La supervisione della Brambilla è garanzia di passione per il problema (da tempo è noto l’amore della Brambilla per i propri cani), ma al tempo stesso non offre particolari garanzie in termini di qualità nel coordinamento (il passato parla da sé).
In attesa di giudicare il progetto sul campo, i cracker hanno però preferito agire da sé con fare preventivo: il nuovo portare è sotto il controllo di Black-ID ed a distanza di svariate ore dall’attacco ancora la pagina non è stata ripulita né si è fatto alcunché per evitare l’immediata figuraccia.
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giovedì 24 maggio 2012

Tumblr, violato il copyright del porno

Perfect 10, società dell'hard famosa per le sue numerose cause legali, trascinerà in tribunale Tumblr: il servizio viola il copyright del porno.
Una delle peculiarità di Tumblr, oltre a essere una piattaforma straordinaria per la condivisione di pensieri e immagini, è la sua filosofia di non intervento. A differenza di competitor come Blogger, che inseriscono pagine d’avvertimento o eliminano i blog in odor di nudo, su Tumblr la nudità – e la pornografia – è invece maggiormente tollerata. Da sempre il portale ha fatto della massima libertà artistica e d’espressione il proprio vanto, ma una causa legale potrebbe potenzialmente limitarne gli intenti.
Il tutto nasce da Perfect 10, società del mondo dell’hard che ha denunciato il popolare network di blog per violazione del copyright. La base dell’azione legale è fin troppo semplice: gli utenti non solo condividono contenuti hot autoprodotti, ma spesso e volentieri pubblicano immagini commerciali in piena violazione del diritto d’autore dei produttori. Ma per quale motivo Perfect 10 accusa direttamente Tumblr e non i singoli utenti, considerando come la società fornisca solo un servizio di hosting e poco più, senza essere responsabile dei contenuti che tramite tal servizio vengono pubblicati?
A quanto pare, Perfect 10 avrebbe inviato a Tumblr sei “takedown notice“, sei richieste di rimozione di contenuti per violazione del diritto d’autore, senza però ottenere risposta. Tumblr avrebbe fatto orecchie da mercante alle lecite richieste del suo rivale legale e, così, si sarebbe resa complice delle infrazioni degli utenti.
Va sottolineato come Perfect 10 non sia affatto una novizia in fatto di litigi nei tribunali. Nel 2004 aveva infatti cercato di accusare Google per la presenza di immagini protette dal copyright nelle thumbnail di Google Images, perdendo però davanti al giudice, che aveva considerato la visualizzazione delle preview in bassa qualità una materia assolutamente ammissibile con le norme del fair use. Qualche tempo dopo aveva cercato di ottenere un risarcimento dalle società di emissione di carte di credito – trascinando con sé colossi come Microsoft– perché, non vagliando sugli acquisti dei propri clienti, si erano praticamente rese complici dei reati commessi dagli utilizzatori. E, anche questa volta, le corti avevano negato una vittoria. Ma il contesto in cui si muove la causa con Tumblr appare sicuramente più semplice. Così ha spiegato un portavoce di Perfect 10:
«Da informazioni e convinzioni, gli impiegati Tumblr hanno pubblicato materiale protetto sui server di Tumblr per incentivare l’inizio del loro business, inclusi alcuni materiali protetti dal copyright di Perfect 10. I servizi di Tumblr permettono inoltre agli utenti di cercare immagini. Un esempio del sistema di ricerca di Tumblr può essere rappresentato dai risultati sulla modella Luba Shumeyko, che include copie fraudolente del materiale protetto di Perfect 10. Tumblr chiude un occhio sull’estesa violazione del copyright che avviene sui propri servizi.»
Un precedente legale, tuttavia, potrebbe aiutare Tumblr a uscire da questa impasse. Lo scorso febbraio un’utente di filesharing, Liuxia Wong, è riuscita a dimostrare come la pornografia non possa essere annoverata tra le attività protette dal diritto d’autore statunitense, almeno sul territorio della California. La causa di Perfect 10 è stata depositata a Manhattan, quindi lontano da tribunali dichiaratamente ostili, ma c’è chi ipotizza che Tumblr possa far leva su principi simili per la propria difesa. Al momento, però, ogni portavoce dell’azienda ha declinato qualsiasi commento.

mercoledì 23 maggio 2012

Cool to call, il numero verde è su Facebook

Cool to call è un'applicazione per Facebook che consente agli utenti di chiamare un'azienda utilizzando la pagina del social network
Facebook diventerà un giorno la piattaforma per le comunicazioni definitiva? È ancora presto per poterlo dire, ma l’arrivo di una nuova applicazione per il social network potrebbe aprire potenziali scenari davvero interessanti. Cool, giovanissima impresa italiana (è nata nel 2011) e specializzata nel settore delle telecomunicazioni e dell’information technology, ha infatti presentato una nuova applicazione, chiamata Cool to Call, in grado di creare nuovo valore attorno alla communty di Mark Zuckerberg.
Il funzionamento è semplice: Cool to Call consente alle aziende di avere una presenza maggiore su Facebook grazie alla possibilità, per i consumatori, di chiamare l’azienda stessa tramite la pagina ufficiale. In questo modo un utente può contattare l’azienda in maniera gratuita verso un numero fisso, verde o cellulare, ma con il vantaggio di passare attraverso la pagina di Facebook. L’unico obbligo, per le aziende, è quello di installare un widget con un bottone per attivare la chiamata sulla propria pagina, con la possibilità di scegliere quanti numeri telefonici collegare al widget, fino ad un massimo di 20, e la scelta delle fasce orarie, i giorni della settimana e i periodi di chiusura in cui gestire il servizio. Come dichiarato da Livio Criscino, CEO di Cool: «Cool to Call può essere utile per potenziare il servizio di customer care, ma si può anche associare a campagne di marketing, promozioni, e-commerce, sondaggi e ricerche di mercato».
Cool to Call è sviluppata in Flash, ma presto sarà disponibile nella versione HTML5, ed è commercializzata secondo diverse tipologie di offerta, da 100 a 400 €, ovviamente con differenti tagli di importi e minuti di conversazione disponibili. Si tratta probabilmente di una importante iniziativa che potrebbe modificare il sistema di comunicazione e presentazione delle aziende su Facebook, che in questo senso può fare affidamento su un bacino di utenza enorme e ben più ampio rispetto ai suoi diretti concorrenti.
Tecnico Informatico Verona

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martedì 22 maggio 2012

Google Libri, due milioni di titoli all’esordio

Google apre all'Italia Google Libri, sezione di Google Play per l'acquisto e la lettura di e-book: fin da subito disponibili oltre 2 milioni di titoli.
Google apre all’Italia Google Libri: sarà una sezione di Google Play, il marketplace universale per applicazione e contenuti di varia natura che sostituisce il precedente Android Market, e fin dall’esordio propone all’utenza del nostro paese un paniere estremamente ricco di possibilità. Saranno infatti 2 milioni i titoli immediatamente disponibili, con una lunga serie di nomi noti a far brillare l’offerta del gruppo proprio nelle ore in cui a Torino sta per prendere il via il Salone Internazionale del Libro.
Google lo descrive come «il più grande ebookstore italiano, con una scelta di migliaia di titoli in italiano, molti dei quali bestseller, e oltre due milioni di libri disponibili. È facile trovare grandi autori italiani come Roberto Saviano, Alessandro Baricco, Umberto Eco, Niccolò Ammaniti e Massimo Gramellini». E continua: «tutto ruota attorno alla scelta: offriamo molti titoli e anche molti modi diversi per accedervi e leggerli, in modo che li abbiate davvero a portata di mano sempre e ovunque. Potete scegliere da subito tra i libri di centinaia di editori italiani, tra i quali Mondadori, Einaudi, Piemme, Rizzoli, Bompiani, Adelphi, Longanesi, Guanda, Garzanti e Feltrinelli, per non parlare delle migliaia di editori internazionali con cui Google lavora nel mondo».
L’ecosistema e-book che Google propone altro non è se non l’alternativa speculare e concorrente del mondo Kindle di Amazon: il marketplace conserva gli acquisti in una dimensione cloud, consentendo così il download e la lettura dei propri titoli ove meglio si preferisce con tanto di segnalibri virtuali per un’esperienza fluida di lettura: tablet Android, smartphone Android, pc o qualsivoglia altra piattaforma in grado di installare l’apposita applicazione per accedere al proprio account sono tutte piattaforme con le quali poter accedere al proprio archivio, ai propri acquisti ed alla propria intera libreria digitale. Sempre, ovunque.
Che siate lettori appassionati o occasionali, speriamo possiate trovare qualcosa di bello da leggere su Google Play
L’arrivo di Google sul mercato italiano apre anche al nostro paese opportunità che fino ad oggi erano rimaste confinate a cronache che arrivavano da oltre confine. E fin dall’esordio le opportunità sono varie. Tra i libri più acquistati su Google Libri in queste prime ore si segnalano “Hunger Games” di Simona Brogli (6,99 euro), “Il turno di notte lo fanno le stelle” di Erri De Luca (0,99 euro), “La donna dei fiori di carta” di Donato Carrisi (8,99 euro) e “Fai bei sogni” di Massimo Gramellini (9,99 euro). Vari, inoltre, i volumi disponibili in offerta a 0,99 euro.
Libri a pagamento su Google Play
Libri a pagamento su Google Play
Tra i più popolari titoli gratuiti compaiono “Cavalleria Rusticana” di Verga, “Sei personaggi in cerca d’autore” di Pirandello, “La divina commedia” di Dante, “Il principe” di Macchiavelli, “I promessi Sposi” di Manzoni, “Decamerone” di Boccaccio e molti altri classici che chiunque potrà ora avere a portata di mano a costo zero.
Libri gratuiti su Google Play
Libri gratuiti su Google Play
Per la lettura su PC dei libri acquistati è necessario scaricare l’apposita applicazione Google Play Libri.
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lunedì 21 maggio 2012

Xbox 360, ora anche in abbonamento

Microsoft conferma: Xbox 360 4 GB + Kinect sarà venduta a 99 dollari con abbonamento di 24 mesi, offerta limitata al momento solo ai Microsoft Store USA.
Microsoft ha confermato l’arrivo di un’offerta unica nel panorama delle console per videogiochi: il modello di Xbox 360 con 4 GB di memoria interna sarà venduta al prezzo straordinario di 99 dollari accompagnato da un contratto della durata di due anni con rate da 14,99 dollari mensili, con le quali si potrà usufruire anche di tutti i servizi di Xbox LIVE Gold, offerti solitamente a 59,99 dollari ogni dodici mesi. La confezione comprenderà anche una periferica di controllo Kinect, cui prezzo ufficiale è ancora di 149,99 dollari.
Si tratta di una novità assoluta che è valida a partire da oggi. Il colosso di Redmond ha studiato per il mercato dei videogiochi una soluzione simile a quella adottata già nel ricco mercato di smartphone e tablet, dove gli operatori, per permettere ai consumatori di compensare all’elevato costo di un terminale, offrono contratti di abbonamento della durata di due anni insieme al device a prezzo ridotto, se non addirittura “gratuito”. Chiaro che si tratta anche di un rischio, perché il pubblico che solitamente acquista console per videogiochi non è abituato ad offerte del genere: per questo per il momento la promozione è limitata soltanto ai punti di vendita Microsoft Store presenti negli USA.
Se dovesse avere successo è possibile che l’iniziativa venga estesa prima su tutto il territorio statunitense aldilà dei Microsoft Store, quindi anche in Europa. Parlare di convenienza in questi casi è difficile: in termini di prezzi ufficiali, una Xbox 360 4 GB + Kinect insieme a due anni di abbonamento a Xbox LIVE ha un valore complessivo di 419 dollari. Con l’abbonamento si pagherebbe qualcosa di più, ma solo poche decine, come capita sovente con soluzioni di questo tipo. Potenzialmente è un’idea molto interessante, specialmente in un paese dove la Xbox 360 è la console in cima alle preferenze degli appassionati e semplici curiosi.
L’offerta richiede infatti un investimento iniziale minimo e mette a disposizione fin da subito l’intera suite Xbox: la console, la periferica Kinect e l’intera gamma dei servizi Xbox Live. La formula ha funzionato con gli smartphone e Microsoft spera di poterla ribaltare anche in un mercato parallelo: un test interessante, insomma, nel quale va a configurarsi quello che potrebbe essere un nuovo modello di business per un mercato destinato ad una repentina evoluzione con l’arrivo della nuova generazione di console già in fase di programmazione.

Tecnico Informatico Verona

venerdì 18 maggio 2012

AUGURI TIV

Il 18 Maggio 2010 nasceva la squadra di TIV. Due anni di continua crescita. Oggi la squadra raccoglie centinaia di amici, simpatizzanti, colleghi e di esperti. Grazie alla squadra, è possibile restare in contatto con chi sa rispondere e risolvere i piccoli e grandi problemi tecnologici di tutti i giorni.

Ogni giorno in tanti si affidano alla squadra! GRAZIE A TUTTI!

Tecnico Informatico Verona - Il tuo tecnico di fiducia - La tua squadra

giovedì 17 maggio 2012

Google Docs, 450 nuovi font ed altre novità

Google aggiorna Docs ed introduce una serie di novità utili per la personalizzazione di documenti mediante nuovi font ed immagini.
Nuova carrellata di aggiornamenti per Docs, il servizio targato Google per l’editing di documenti nella nuvola recentemente confluito nel progetto Drive. La società di Mountain View ha infatti pubblicato un nuovo post sul blog ufficiale del servizio, annunciando l’arrivo di una serie di nuove feature e caratteristiche in grado di migliorare ulteriormente il livello qualitativo dei prodotti offerti. La novità di maggiore rilievo riguarda probabilmente la scrittura, con 450 nuovi font da poter utilizzare.
Durante la scelta del carattere per la scrittura, infatti, sarà ora possibile accedere ad un ulteriore menù, mediante il pulsante “Aggiungi tipi di carattere” presente in fondo all’elenco di quelli di default: in tale menù si avrà quindi accesso ad una pletora di font messi a disposizione grazie al progetto Google Web Fonts, così da arricchire ulteriormente i propri documenti. Per utilizzare un particolare font è necessario installarlo facendo click sull’apposito pulsante, dopo di che risulta possibile selezionarlo come carattere di scrittura all’interno di un documento.
Novità in arrivo anche per quanto concerne la gestione delle immagini, con una serie di innovazioni utili all’inserimento delle stesse all’interno dei propri documenti, grazie alla possibilità di usufruire del proprio archivio Google Drive, di effettuare ricerche online oppure di scattare fotografie mediante appositi dispositivi per poi acquisirle in Docs. Per migliorare l’accessibilità della propria suite per l’ufficio nella nuvola, poi, il colosso delle ricerche ha introdotto alcuni miglioramenti dal punto di vista della compatibilità con gli screenreader, aggiornando anche l’elenco di quelli integrati con i propri servizi.
Tra gli altri cambiamenti di minore rilievo figura la possibilità di impostare le dimensioni delle pagine durante la scrittura di documenti (menù File, opzione “Impostazioni pagina”), circa sessanta nuovi template nella gallery fornita dall’azienda ai propri utenti ed alcuni accorgimenti utili a semplificare la creazione di grafici.
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mercoledì 16 maggio 2012

Immersion, imparare le lingue con Google Chrome

Google lancia Immersion, un'estensione per il browser Chrome che si promette di facilitare l'apprendimento di lingue straniere grazie a Google Translate.
Quale miglior modo per imparare una lingua straniera se non immergersi in una città madrelingua? Non sempre è però possibile fare viaggi o trasferirsi all’estero, ed è per questo che Google ha lanciato una particolare estensione per il suo browser Chrome: Immersion.
Immersion è un tool simpatico per apprendere rapidamente le lingue. Tramite un comodo menu a tendina, permette di sostituire parte di un testo che si sta leggendo con la traduzione in uno dei tanti idiomi presenti in Google Translate. Così facendo, parte dello scritto rimarrà in lingua originale, mentre alcune porzioni saranno tradotte: l’utente memorizzerà così, in modo semplice, quale sia la correlazione tra parole di due linguaggi diversi. In caso di dubbi, inoltre, sarà possibile cliccare sul testo modificato per visualizzarne al volo la versione originale, oppure regolare il livello di difficoltà a seconda delle proprie capacità di comprensione pregresse.
Per elaborare questo curioso sistema, di cui è stato rilasciato anche un divertente video, Google ha collaborato con il team di Use All Five. Insieme, hanno creato uno strumento che sia in grado di utilizzare le API di Google Translate in modo creativo, svincolandole dalla traduzione tout court. E pare che la qualità della conversione in altre lingue sia stata addirittura incrementata, soprattutto in termini di concordanze di articoli, verbi e aggettivi.
Non sarà di certo un metodo ufficiale per diventare bilingue, e nemmeno può essere di particolare supporto alla pronuncia considerato come sia l’utente stesso a leggere, ma si tratta sicuramente di un metodo simpatico che stimola sia la memoria fotografica che il divertimento. Due elementi che, già di per sé, risultano ottimi per un apprendimento ultra-rapido.
Video: Google Immersion, la prova videoGoogle Immersion è l'estensione per Chrome per apprendere facilmente le lingue: ecco i dipendenti Google intenti con la favola di Cappuccetto Rosso.
La lista di lingue disponibili è molto lunga, fino a comprendere anche alcuni dialetti africani. Ma, per qualche ragione ancora sconosciuta, non sembra funzionare con il giapponese, forse per una momentanea mancata integrazione con il rendering degli ideogrammi. Per provare le proprie abilità linguistiche basta scaricare l’estensione da Chrome Web Store a questo indirizzo e, come Google stessa ha sottolineato, «Glücklich learning!».
 
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martedì 15 maggio 2012

Un anno senza Internet

Paul Miller di The Verge abbandona Internet per 365 giorni: per lui solo telefono su rete fissa, fax, carta stampata e ricerche in biblioteca.
 
Tornare al mondo dell’era pre-Web è possibile? In molti ci hanno provato, tutti per periodi più o meno brevi, anche in terra italica. Basti pensare come lo scorso febbraio il giornalista Beppe Severgnini si sia disconnesso dalla Rete per una settimana, per poi riapparire su un medium ben più classico, ovvero il salotto televisivo di Daria Bignardi. Ma c’è chi ha deciso di spingersi addirittura oltre: Paul Miller di The Verge, il quale tenterà di rimanere lontano dalle gioie del Web per circa un anno.
L’esperimento è partito il primo maggio e proseguirà per ben 365 giorni. Niente computer, nessun social network, addirittura alcun device da taschino per poter inviare una mail di lavoro o leggere un SMS. Si torna al telefono fisso, alle lettere su carta, ai rumori molesti del fax. Ma quali sono i motivi di una simile scelta? È lo stesso Miller, senior editor di una delle testate più “internettiane” esistenti, a spiegarlo: la necessità di prendere le distanze da qualcosa che si ama in modo maniacale. E motiva così la propria scelta che si fa esperimento:
«Voglio guardare Internet da lontano. Separandomi dalla costante connettività, posso capire quali aspetti siano di vero valore e quali delle distrazioni e quali ancora stanno corrompendo il mio animo. Ciò che mi preoccupa è che sono così dipendente da Internet che ho trovato modi per riempire con esso ogni spazio della mia vita e sono sicuro che Internet abbia invaso dei luoghi che non gli appartengono».
Il progetto si esplica in una dettagliata “ricetta” di allontanamento della Rete, una sorta di checklist, identica a quella che i dietologi chiedono di seguire alla lettera ai pazienti con problemi di sovrappeso. Non solo non vi sarà accesso a Internet, ma Miller non potrà chiedere a terzi di verificare informazioni in Rete per suo conto, utilizzare servizi che abbiano a che fare solo in maniera collaterale con il Web, come ad esempio i file multimediali salvati in locale che richiedono una connessione di verifica prima di essere riprodotti, e nemmeno utilizzare consapevolmente collegamenti telefonici su rete fissa che si appoggino a un protocollo VoIP. Si potranno usare invece le carte di credito, nonostante tutti i POS siano ormai interconnessi in Rete, perché difficile sarà fare altrimenti.
L’editore, in questi 12 mesi, non smetterà però di lavorare. I suoi interventi per The Verge verranno scritti su carta e per le fotografie si ricorrerà alla pellicola. Un addetto, che lavorerà a distanza da Miller per non farlo cadere in tentazione, provvederà quindi all’upload di ogni materiale. Vi saranno, poi, delle piccole irruzioni in video. E chi volesse commentare l’impresa, come potrà muoversi? Niente di più semplice: basterà inumidire un francobollo e spedire una lettera, non appena la casella postale di riferimento sarà resa disponibile.
 
Tecnico Informatico Verona

lunedì 14 maggio 2012

iPhone del futuro: display con sensazione tattile

Apple studia soluzioni per il futuro dei display di iPhone, iPad e iPod: obiettivo, restituire una vera e propria sensazione fisica.
Non è un mistero che Apple stia cercando per il futuro di realizzare dispositivi iOS con display touchscreen in grado di restituire una vera e propria sensazione tattile, in modo da abbandonare l’eccessiva artificiosità tipica degli schermi odierni. Sono tanti in tal senso i brevetti depositati da Cupertino, ma oggi ne emerge uno in particolare, che spiega nel dettaglio come potrebbe funzionare l’iPhone, e non solo, del futuro.
Dal brevetto esaminato da PatentlyApple, si scopre che per restituire all’utente una certa sensazione tattile alle dita, Apple avrebbe intenzione di riprodurla con delle barre atipiche e un display apparentemente malleabile. Il sistema è chiamato Methods and Systems for Providing Haptic Control, e permetterebbe a Cupertino di realizzare dispositivi in grado di restituire una piccola vibrazione non appena l’utente cliccherà su un pulsante virtuale. Nulla di rivoluzionario, see non si aggiunge il fatto che gli elementi vibranti si solleverebbero generando in pratica la sensazione di avere a contatto con l’epidermide un pulsante fisico.
Brevetto Apple per uno schermo tattile
Brevetto Apple per uno schermo tattile
Da un punto di vista tecnico, elementi vibranti e strati di separazione tra LCD e superficie esterna verrebbero riuniti in gruppi di livelli differenti così da potersi spostare in diverse direzioni in maniera attinente all’uso richiesto dall’utente.
In un altro progetto, si parla invece di piccoli campi elettrici e attuatori piezoelettrici sempre in grado di restituire il feeling di qualcosa di reale, non virtuale. E dato che non quest’idea non andrebbe a modificare il design dei dispositivi, non è da escludere che possa essere quella prescelta per iPhone, iPad e iPod del futuro.

Tecnico Informatico Verona


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venerdì 11 maggio 2012

Google Chrome, milioni di test in cerca di bug

Il sistema di controllo della sicurezza Google, ClusterFuzz, ha già risolto 95 vulnerabilità del browser Chrome grazie a ben 50 milioni di test al giorno.
A partire dalla fine dello scorso anno, Google ha iniziare ad utilizzare una completo sistema di test per identificare, analizzare e correggere tutte le falle presenti all’interno della sicurezza del suo browser Chrome, contribuendo in maniera significativa a ridurre il numero delle vulnerabilità del proprio software.
L’azienda di Mountain View ha denominato questo sistema ClusterFuzz, il quale si compone di diverse centinaia di macchine virtuali con circa 6.000 istanze di Chrome in funzione in grado di produrre 50 milioni di test al giorno. La capacità del sistema prevede di quadruplicare la cifra nelle prossime settimane. Secondo un recente post pubblicato sul blog di Google, fin dalla sua completa implementazione, avvenuta alla fine dello scorso anno, ClusterFuzz ha scovato già 95 vulnerabilità, 44 delle quali sono state corrette ancora prima di sviluppare e distribuire una più recente release del browser.
In aggiunta all’indiscutibile vantaggio per gli utenti del servizio, le rilevazioni hanno dato una significativa mano anche ai software open-source usati da Chrome come WebKit e FFmpeg, poiché Google presenta costantemente le relazioni di vulnerabilità anche ai suoi project team. Oltre ad eseguire test e rilevazioni di crash avvenuti all’interno del browser, ClusterFuzz viene utilizzato anche per gestire la distribuzione dei casi di test, ovvero l’analisi dei crash che determina se una falla nella sicurezza può potenzialmente essere sfruttata o meno, e verificare se una vulnerabiltà è stata correttamente corretta.


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giovedì 10 maggio 2012

Facebook: più trasparenza nelle segnalazioni

Facebook aggiunge una piattaforma a supporto degli utenti per convidere lo stato delle segnalazioni di abusi.
 
Facebook non è certo noto per la trasparenza della sua politica di censura o controllo degli abusi. Brucia ancora lo scoop di Gawker che scoprì una guida sull’eliminazione dei contenuti offensivi che lasciava molte perplessità, così a Menlo Park hanno deciso di creare una piattaforma che garantisca più trasparenza agli utenti che vogliano sapere che fine hanno fatto le loro segnalazioni.
La novità è stata annunciata su Facebook Safety con una nota esplicativa e le prime immagini di questo «Support Dashboard», la cui funzionalità – attesa in questo fine settimana – permette di tenere traccia delle richieste e di fornire un quadro aggiornato del lavoro degli scrutatori del social.
D’altra parte, con 900 milioni di utenti, Facebook non poteva tenere ancora a lungo in riserbo lo stato delle segnalazioni ricevute: esattamente come una qualunque azienda di una certa importanza, la trasparenza è diventata indispensabile per ottenere fiducia, soprattutto dai futuri azionisti, ora che si sta quotando in Borsa.
Una volta che la dashboard apparirà sulla colonna sinistra delle applicazioni in homepage, vi si potrà accedere, e naturalmente ogni volta che si segnalerà un contenuto che si ritenesse offensivo o censurabile per qualche motivo, si aprirà l’apposita finestra. Da tale riferimento la segnalazione diventerà un contenuto storicizzato, monitorabile; si promette persino di dare una spiegazione in caso di eliminazione oppure di salvaguardia di un contenuto. L’utente riceverà notifiche quando il sistema avrà ricevuto la segnalazione di un abuso degli standard della comunità e anche quando questa segnalazione sarà stata presa in esame.
Dashboard Utenti segnalazioni
Un'anteprima della nuova piattaforma sulle segnalazioni di Facebook
L’impresa, come spiegano alcuni commentatori americani, è decisamente colossale. Aggiungere alla trasparenza anche la spiegazione dei propri atti è un obiettivo che aziende con molti meno utenti di Facebook neanche si sognano di fare. Tuttavia, se si considera che un adolescente su tre è vittima di cyberbullismo, si comprende bene come i social network debbano porsi obiettivi differenti.
Se funzionerà, lo si scoprirà molto presto.
 
Tecnico Informatico Verona

mercoledì 9 maggio 2012

Firefox 13 beta disponibile in download


Firefox 13 beta è disponibile per il download: fra le novità, un dock con le funzioni principali e una gestione a griglia dei tab preferiti dall'utente.
 
A distanza di poche ore dalla release ufficiale della versione 12, Firefox si aggiorna già alla versione 13, pronta per la fase di testing per tutti coloro che vorranno effettuarne il download. Il noto e diffuso browser di Mozilla cerca di stare al passo con l’agguerrita concorrenza, soprattutto quella di Google Chrome, con delle novità a dir poco interessanti, come una navigazione resa particolarmente più semplice.
Sono cinque le novità più importanti di Firefox 13 beta, disponibile gratuitamente per Windows e, ovviamente, anche per Mac e Linux. Ecco le prime tre, pensate per l’utenza consumer, in dettaglio:
  • Home Page Ridisegnata: la pagina di apertura del browser si aggiorna inserendo un piccolo menu, una sorta di dock, dove l’utente ha accesso ad alcune funzioni comuni come i download, i segnalibri, la cronologia, le estensioni, la sincronizzazione e le preferenze. Un modo rapido per accedere a delle feature fondamentali del software, solitamente meno visibili perché racchiuse in menu e sottomenu contestuali;
  • Nuovi tab: quando l’utente decide di aprire un nuovo tab, Firefox 13 non visualizzerà più una pagina bianca, bensì una griglia di immagini contenente i siti visitati con più frequenza o, su scelta dell’utente, quelli preferiti. La funzione ricorda da vicino quella già implementata dalla concorrenza, si veda ad esempio la gestione dei tab in Safari di Apple;
  • Tab on demand: qualora vi fosse un crash del browser, al riavvio Firefox 13 chiederà all’utente di confermare la riapertura dei tab precedentemente aperti. In questo modo, sarà l’utilizzatore a decidere secondo le proprie esigenze, evitando così tempi di ripristino fin troppo lunghi.
Firefox 13, tab e menu
Firefox 13, tab e menu
Vi sono, poi, due introduzioni pensate esplicitamente per i developer, i quali hanno fatto di Firefox un perfetto ambiente di sviluppo:
  • Supporto SPDY: Firefox supporta ora di default SPDY, un protocollo successore ad HTTP che riduce il tempo di caricamento delle pagine. SPDY, inoltre, include tutte le specifiche SSL, così che la navigazione – oltre che rapida – sia del tutto sicura;
  • Strumenti di sviluppo aggiornati: il browser di Mozilla rende più immediati gli strumenti di sviluppo, come ad esempio l’analisi e l’editing dei fogli di stile CSS. Sarà possibile, inoltre, salvare i file CSS dei siti visitati tramite una funzione facilitata e abilitare tutte le funzioni “class-lock” sui fogli di stile in uso.
Questi gli aggiornamenti di Firefox 13 beta: per effettuarne il download basta collegarsi a questo indirizzo.

martedì 8 maggio 2012

Con Cube, Google Maps diventa un gioco

Google ha lanciato Cube, un videogioco online ispirato a Maps, il quale permette di girare per le strade delle principali città mondiali in un click.
 
Google Maps sveste per un momento i panni di servizio di cartografia online più utilizzato del Web e si trasforma in un videogame. Il tutto, grazie al lavoro svolto dagli ingegneri della società di Mountain View, la quale ha annunciato la disponibilità di Cube, gioco dedicato proprio a Maps, del quale riprende le mappe di diverse città guidando l’utente attraverso una serie di livelli. Fine ultimo del gioco è quello di raggiungere luoghi ben precisi nel minor tempo possibile.
A frapporsi tra l’utente ed il proprio obiettivo sotto forma di insidia è il traffico, il quale rappresenta un ostacolo da superare per ridurre il tempo necessario a raggiungere il luogo prefissato. Diverse possono essere le soluzioni in tal senso: qualora si debba raggiungere la Torre Eiffel di Parigi, ad esempio, sulla mappa viene mostrato un nuovo livello legato al traffico stradale, con le linee verdi che rappresentano le vie meno trafficate, mentre nel caso in cui il proprio obiettivo sia recarsi al Big Ben di Londra sarà necessario fare i conti con l’intricato servizio metropolitano offerto dalla capitale inglese.
In un totale di 7 livelli sarà quindi possibile trasferirsi virtualmente in alcune delle città più importanti del mondo, quali San Francisco, Tokyo, New York e Las Vegas, oltre alle già citate Londra e Parigi. Il tutto, semplicemente spostando il puntatore del proprio mouse, permettendo così alla biglia che rappresenta il proprio personaggio di muoversi attraverso le strade e raggiungere così la destinazione prefissata per ogni livello. Al termine di ciascuno di essi verrà mostrato il tempo impiegato per completare la missione, oltre ad alcune informazioni relative a Google Maps.
Video: Google Maps diventa un gioco con CubeGoogle Maps veste i panni di videogame: Cube è l'ultima idea di Mountain View che permette di completare missioni in varie città del mondo.
Per utilizzare Cube è necessario possedere un browser abilitato all’utilizzo della tecnologia WebGL, come ad esempio Chrome, il quale consente di usufruire al meglio di un videogioco annunciato dal colosso delle ricerche ad inizio anno ma giunto online con notevole ritardo a seguito di possibili problemi non meglio specificati dall’azienda.

lunedì 7 maggio 2012

Newsletter di Maggio

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In attesa che tutti gli amici la ricevano vi anticipaimo qui i contenuti.
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