mercoledì 15 febbraio 2012

Vega, successo made in Italy


Il declino tecnologico del Belpaese non è inevitabile. Anzi. A dimostrarlo è il successo di Vega, il lanciatore dell’Agenzia spaziale italiana che ieri ha effettuato il suo volo di collaudo dalla base di Kourou (Guyana francese). Costato 780 milioni di euro e finanziato dall’Italia per il 58,4% , il programma Vega è guidato dalla società Elv, costituita per il 30% dall’Agenzia spaziale italiana e per il 70% dalla Avio (ex Fiat Avio).
Il Vega è alto 30 metri e pesa 136 tonnellate, con tre stadi a propellente solido e uno a propellente liquido. E’ in grado di lanciare in orbita carichi utili da 200 a 2500 chili a seconda dell’altitudine e della destinazione dei satelliti: la configurazione di riferimento è 1500 chilogrammi a 700 chilometri in orbita polare. E della sua flessibilità ha dato dimostrazione nel primo lancio — un ‘volo di qualifica’ — con il quale ha portato in orbita ben nove satelliti. Tra questi, quattro sono italiani: il Lares (Laser Relativity Satellite); l’AlmaSat-1 (Alma Mater Satellite) realizzato dall’università di Bologna; l’e-St@r del Politecnico di Torino; l’UniCubeSatGG del gruppo Gauss dell’università di Roma La Sapienza.
«VEGA è un programma ad elevata efficienza economica e tecnologica che per l’Italia si potrà trasformare in un elevato ritorno in termini di industria e occupazione» ha commentato il ministro dell’Università e ricerca, Francesco Profumo. Secondo il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Francesco Saggese, «per Vega si apre un mercato del valore di un miliardo di dollari all’anno». Realisticamente, aggiunge, «il business potenziale nel quale ci potremmo collocare, con 2-4 lanci, va dai 70 ai 150 milioni di euro all’anno». Musica per la Avio di Colleferro e le altre aziende coinvolte. E la prova che è anche e soprattutto dall’investimento in ricerca & sviluppo che potrà arrivare un futuro per la nostra industria.

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